
Oggi, 14 dicembre 2012, è la
giornata mondiale della pace. “Che bello!” verrebbe da dire, no? E invece no!
Perché tutto il fervore per una cosa così bella è appassionante come può essere
la pace, viene interrotto dal messaggio con cui il capo della Chiesa Cattolica
ha voluto omaggiare tali festeggiamenti: il Papa è un uomo colto, è un uomo di
Chiesa, un alto Prelato e in quanto tale ben conosce tutte quelle belle
frasette arizigogolate latine, che tanto fanno disperare gli studenti ma a lui
no! Infatti prendendo alla lettera il vetusto modo di dire, tanto in voga tra
gli antiqui Romani, “si pace frui volumus, bellum gerendum est”
(Cic.) cioè “se vogliamo godere della pace, è necessario fare la guerra”,
tant’è vero che le affilate spade sono ben pronte ad essere sguainate. Come l’occasione fa l’uomo ladro così la
commemorazione fa il Papa oratore, e oratore mica da quattro soldi: nel
messaggio che ha inviato ai capi di stato del globo intiero le parole che
saltano agli occhi sono quelle che si riferiscono ad aborto, eutanasia e alla
concessione delle nozze agli omosessuali per cui, questi diritti, sarebbero piaghe
tali da minacciare il retto sentiero della pace; battaglie che stanno molto a
cuore ad ogni buon cristiano per il quale la concessione dei diritti deve
seguire pedissequamente i valori della propria confessione, in una equazione
del tutto particolare e priva di qualsivoglia fondamenta secondo la quale
“concessione=confessione”. Ritornando al caro Santo Padre, ritengo che abbia
assolutamente ragione. Infatti financo aborto, eutanasia e nozze gay verranno
trattati pregiudizialmente, ideologicamente e strumentalmente, come ha fatto
benissimo Benedetto XVI, minacceranno la pace; financo non si arriverà ad una
serena e razionale accettazione di queste e di molte altre normalità che ci
circondano, la pace sarà seriamente minata e minacciata senza alcuna
possibilità di soluzione positiva. Affermazioni tali, penso, farebbero
raccapricciare chiunque predichi l’egualità degli uomini in quanto portatori di
vita; avvolte necessità obbliga la concessione proprio a codesti portatori di
vita la libera scelta di dovere, con immensa, infinita e gravosa sofferenza
levarla questa vita, oppure festeggiare la propria vita sposando l’uomo o la
donna che più ha toccato le corde del proprio cuore. Dietro ogni scelta c’è la
sofferenza di ogni essere umano che tale scelta affronta. La vita non è il
gioco degli scacchi in cui si vive o si muore per una mossa errata magari senza
averla riflettuto abbastanza. La vita è della persona che la vive e non di un
Capo di una confessione religiosa che può arrogarsi il diritto di dire ciò che
va o non va fatto! Bravo Benedetto XVI che per l'ennesima volta ha perso una
buona, se non ottima, occasione di svolgere il suo ruolo come dovrebbe
realmente fare: diffondendo e predicando, davvero, la pace!
Per non venire meno ad ogni
critica il Papa ha ricevuto Rebecca Kadaga, chi sarà mai vi domanderete? La
signora Kadaga, se fino a tanto posso osare, è lo speaker del parlamento
ugandese fervente sostenitrice della “Uganda Anti-Homosexuality Bill” passata
agli onori della cronaca come “The Kill the Gays Bill” che è un atto che
proibisce ogni forma di relazione sessuale tra persone dello stesso sesso, la
proibizione del riconoscimento di tali relazioni e propagandando la morte per i
colpevoli di tale infamia. La sostenitrice di una legge tanto infamante per
tutta la popolazione mondiale è stata ricevuta e benedetta dal Papa in Vaticano.
Non mi resta altro che dare
a voi lettori la parola, io ho già detto abbastanza. Cosa ne pensate?
Sitografia per saperne di più: