Questa rubrica nasce con lo scopo (senti un po' che tenore elevato che sto dando a sto discorsetto...mah!) di farci capire il significato e, perché no? riuscire a capire la storia delle parole che oggi noi usiamo indifferentemente senza preoccuparci come sono arrivate noi e soprattutto il loro significato mutato via via nel corso di questo viaggio =) Perché le parole sono importanti e importante è l'uso che ne facciamo.
___________________________________________________________________________________
Dignità

Quando allora viene lesa la nostra dignità, viene leso il nostro decoro e la nostra decenza ma anche la nostra capacità di pensiero e di ritenere qualcosa o qualcuno buono o malevolo per noi stessi e la nostra dignità appunto.
___________________________________________________________________________________
Per
gli antichi la
nozione di bello,
come lo intendiamo oggi, era
superflua
poiché distinguevano tra bello visibile cioè la simmetria
(ordine e proporzione delle parti di un tutto) e bello udibile cioè
l'armonia
(giusto collegamento, giusta proporzione e disposizione).
___________________________________________________________________________________
Bello, bene e buono
Anzitutto la parola
italiana bello, come al solito, deriva dal latino: in
particolare deriva dal diminutivo BENULUS > BENLUS > BELLUS e
quindi si arriva a bello.
Chiarito questo punto essenziale, la domanda adesso sorge spontanea
“cos'è bello?”
Per
rispondere bisogna fare un piccolissimo riepilogo
storico-linguistico: in greco, tutt'oggi, si usa la parola ομορφιά
(omorfià) per dire bellezza,
per chi mastica un po' di greco, salta immediatamente all'occhio una
connessione con un'altra parola greca μορφή (morfì) che
significa forma,
dunque i greci si rifanno ad una bellezza tutta legata alla
formalità, del corpo
e della cosa; è carino a questo proposito ricordare come una scelta
linguistica simile sia stata fatta nel passaggio dal latino allo
spagnolo e al rumeno, lingue in cui bello
si dice sp. hermoso e
rum. frumos entrambe
derivano dal latino FORMOSUS (it. formoso,
dalle prosperose e belle forme). Passando invece all'italiano l'idea
di bello si ricollega, etimologicamente, all'idea di bene e buono
condividendone la stessa radice *ben-/*bon-,
quindi slegata dalla forma e dalla formalità. Quindi, partendo da
una mera analisi linguistica, è intuibile quanto la nozione di
bello, bene e buono siano fortemente soggettive e idealistiche e/o
ideali.

In
età classica i greci dettarono norme e canoni di bellezza ma ciò
che è più importante è sicuramente, come dice un vecchio
proverbio, che non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che
piace.