giovedì 15 novembre 2012

Il Puparo e i Pupiddi


Fonti certe de “Il Giornale” assicurano che l’ultimo colpo di coda del caimano ha avuto effetto, Berlusconi ha convinto Alfano, le primarie sono sempre più lontane. D’altronde non poteva che andare così, non so se siete mai andati a vedere uno spettacoli dei pupi siciliani, nel resto d’Italia li chiamerebbero “marionette”, ma i nostri pupi sono cosa diversa: orbene, io non ho mai visto un pupo rivoltarsi contro il suo puparo; v’immaginereste il fiero Orlando, perduto ormai il senno, che combatte per la persa Angelica, che improvvisamente con un colpo di spada tranci i fili che gli danno movimento e si rivolti contro colui che gli dà vita e voce uccidendolo? Pressoché impossibile!
V’immaginereste il traballante Angelino, perduta ogni credibilità, che combatte per le primarie, che improvvisamente con un colpo d’incisivi tranci i fili che gli danno movimento e si rivolti contro il puparo Berlusconi che gli dà vita e voce deponendolo e prendendo lui stesso il controllo della situazione? Giammai!
Il male del puparo è più grave di quel che sembri, il sentirsi indispensabile è malattia grave e diventa ancor più pericolosa quando indispensabili non lo si è più, o forse non lo si è mai stati. Questa è la grave e pericolosa malattia di cui, a onor del vero, non soffre soltanto Berlusconi ma tutt’intera la classe politica italiana.

In Berlusconi si ritrova una particolare patologia della suddetta malattia, quella che meglio si esprime, citando un libro di Oliviero Beha, “Dopo di lui il diluvio” o meglio credere che senza la propria ingombrante presenza possa scatenarsi un putiferio abissale. Quasi come fanno le cellule fagocite, che assorbendo materiale estraneo a loro stesse distruggendolo lo espellono, così Berlusconi agisce sul partito e i suoi adepti: io muoio e così morirete anche voi.



Berlusconi è un autolesionista che cerca di distruggere tutto quello che lo circonda per paura che possa prendere il sopravvento e distruggerlo a sua volta, questa, in soldoni, la teoria che qualche tempo fa ha scritto Gerhard Mumelter, corrispondente del quotidiano austriaco Der Standard, sull’Internazionale:
“È ovvio che non sono stati Angela Merkel e Nicolas Sarkozy ad “assassinare la credibilità internazionale” di Silvio Berlusconi. È stato il Cavaliere stesso a rovinarsi la reputazione con una serie infinita di gaffe, scandali, promesse non mantenute. Peggio ancora: è stato lui ad assassinare la credibilità dell’Italia nel mondo. Anche in questo è riuscito in una rara anomalia. È l’unico personaggio politico che ha miracolosamente messo d’accordo la stampa mondiale, quella di sinistra e quella di destra, quella cattolica e quella liberale, quella economica e quella finanziaria. Ora si dovrebbero ravvedere molti che hanno gridato allo scandalo quando nel 2001 il settimanale The Economist è uscito con la copertina dal titolo “Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy“, beccandosi una denuncia dal premier.”

Questo modello mi fa ritornare alla mente il mito classico di Crono che per paura che i suoi figli potessero spodestarlo li mangiava, financo Zeus, notte tempo, squarciò la pancia del padre facendo uscire i fratelli sostituendoli con dei sassi. Unitisi contro il padre e lo sconfissero e lo affidarono alla custodia degli Ecatonchiri. La domanda che sorge spontanea è “Chi sarà lo Zeus del nuovo centro-destra italiano?”

giovedì 1 novembre 2012

Don't be choosy! (Non siate schizzinosi!)


Il ministro Fornero, sfornandone una delle sue, ha invitato i giovani italiani a non essere choosy ma al contrario entrare subito nel mondo del lavoro e guardare da dentro le varie possibilità; è pur vero che ha continuato aggiungendo che oggi non è più semplice come un tempo ma non basta!
Ovviamente l'orda di commentatori web si è gettata sulla dichiarazione come farebbero cento cani su un unico osso, ragionevolmente direi: “parla lei che ha riservato il posto migliore per la figlia!”, oppure “noi genitori abbiamo fatto sacrifici reali per i nostri figli e voi?”, per passare ad un più semplice e sobrio “io sono dalla parte dei giovani!”.

Tra le varie reazioni quella che ha toccato maggiormente le corde del cuore è l'atto di denuncia di Claudio Zarcone, padre di Norman; sicuramente tutti ricorderemo la triste vicenda di Norman, un ragazzo di 27 anni, laureato in Filosofia presso l'ateneo palermitano che un giorno, il 13 settembre 2010, ha deciso di togliersi la vita gettandosi dal settimo piano dell'edificio di lettere e filosofia dell'università di Palermo, lasciando questo messaggio al padre “la libertà di pensare è anche la libertà di morire. Mi attende una nuova scoperta anche se non potrò commentarla”. Norman aveva iniziato una promettente carriere universitaria e sin dall'inizio si era scontrato con i farraginosi meccanismi universitari, per guadagnare qualche soldo faceva il bagnino guadagnando 25€ al giorno e ogni tipo di lavoretto pur di arrotondare, decide così di farla finita levandosi la vita lasciando quello straziante messaggio al padre. 




“Mio figlio viene ucciso ripetutamente” queste le parole di commento di Claudio Zarcone alla dichiarazione del Ministro del lavoro, così ha presentato un esposto alla procura di Palermo contro Elsa Fornero:

"non è più concepibile - dice Zarcone - che esponenti del governo continuino ad usare tale terminologia riferendosi ai nostri giovani, poiché viene offeso il percorso individuale, umano e professionale di un'intera generazione di talenti che non godono di particolari garanzie o di un nome altisonante". "In questo modo - conclude - mio figlio viene ucciso ripetutamente. Tutta la sua generazione (e non solo) viene delegittimata, frustrata e mortificata".