
Il ministro Fornero,
sfornandone una delle sue, ha invitato i giovani italiani a non
essere choosy ma al contrario entrare subito nel mondo del lavoro e
guardare da dentro le varie possibilità; è pur vero che ha
continuato aggiungendo che oggi non è più semplice come un tempo ma
non basta!
Ovviamente l'orda di
commentatori web si è gettata sulla dichiarazione come farebbero
cento cani su un unico osso, ragionevolmente direi: “parla lei che
ha riservato il posto migliore per la figlia!”, oppure “noi
genitori abbiamo fatto sacrifici reali per i nostri figli e voi?”,
per passare ad un più semplice e sobrio “io sono dalla parte dei
giovani!”.

Tra le varie reazioni
quella che ha toccato maggiormente le corde del cuore è l'atto di
denuncia di Claudio Zarcone, padre di Norman; sicuramente tutti
ricorderemo la triste vicenda di Norman, un ragazzo di 27 anni,
laureato in Filosofia presso l'ateneo palermitano che un giorno, il
13 settembre 2010, ha deciso di togliersi la vita gettandosi dal
settimo piano dell'edificio di lettere e filosofia dell'università
di Palermo, lasciando questo messaggio al padre “la libertà di
pensare è anche la libertà di morire. Mi attende una nuova scoperta
anche se non potrò commentarla”. Norman aveva iniziato una
promettente carriere universitaria e sin dall'inizio si era scontrato
con i farraginosi meccanismi universitari, per guadagnare qualche
soldo faceva il bagnino guadagnando 25€ al giorno e ogni tipo di
lavoretto pur di arrotondare, decide così di farla finita levandosi
la vita lasciando quello straziante messaggio al padre.
“Mio figlio viene
ucciso ripetutamente” queste le parole di commento di Claudio
Zarcone alla dichiarazione del Ministro del lavoro, così ha
presentato un esposto alla procura di Palermo contro Elsa Fornero:
"non è più concepibile - dice Zarcone - che esponenti del
governo continuino ad usare tale terminologia riferendosi ai nostri
giovani, poiché viene offeso il percorso individuale, umano e
professionale di un'intera generazione di talenti che non godono di
particolari garanzie o di un nome altisonante". "In questo
modo - conclude - mio figlio viene ucciso ripetutamente. Tutta la sua
generazione (e non solo) viene delegittimata, frustrata e
mortificata".
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