Fonti certe de “Il Giornale” assicurano che l’ultimo colpo
di coda del caimano ha avuto effetto, Berlusconi ha convinto Alfano, le
primarie sono sempre più lontane. D’altronde non poteva che andare così, non so
se siete mai andati a vedere uno spettacoli dei pupi siciliani, nel resto d’Italia
li chiamerebbero “marionette”, ma i nostri pupi sono cosa diversa: orbene, io
non ho mai visto un pupo rivoltarsi contro il suo puparo; v’immaginereste il
fiero Orlando, perduto ormai il senno, che combatte per la persa Angelica, che improvvisamente
con un colpo di spada tranci i fili che gli danno movimento e si rivolti contro
colui che gli dà vita e voce uccidendolo? Pressoché impossibile!

Il male del puparo è più grave di quel che sembri, il
sentirsi indispensabile è malattia grave e diventa ancor più pericolosa quando
indispensabili non lo si è più, o forse non lo si è mai stati. Questa è la
grave e pericolosa malattia di cui, a onor del vero, non soffre soltanto
Berlusconi ma tutt’intera la classe politica italiana.
In Berlusconi si ritrova una particolare patologia della
suddetta malattia, quella che meglio si esprime, citando un libro di Oliviero
Beha, “Dopo di lui il diluvio” o meglio credere che senza la propria
ingombrante presenza possa scatenarsi un putiferio abissale. Quasi come fanno
le cellule fagocite, che assorbendo materiale estraneo a loro stesse
distruggendolo lo espellono, così Berlusconi agisce sul partito e i suoi
adepti: io muoio e così morirete anche voi.
Berlusconi è un autolesionista che cerca di distruggere
tutto quello che lo circonda per paura che possa prendere il sopravvento e
distruggerlo a sua volta, questa, in soldoni, la teoria che qualche tempo fa ha
scritto Gerhard Mumelter, corrispondente del quotidiano austriaco Der Standard,
sull’Internazionale:
“È ovvio che non sono stati Angela Merkel e Nicolas Sarkozy ad “assassinare la credibilità internazionale” di Silvio Berlusconi. È stato il Cavaliere stesso a rovinarsi la reputazione con una serie infinita di gaffe, scandali, promesse non mantenute. Peggio ancora: è stato lui ad assassinare la credibilità dell’Italia nel mondo. Anche in questo è riuscito in una rara anomalia. È l’unico personaggio politico che ha miracolosamente messo d’accordo la stampa mondiale, quella di sinistra e quella di destra, quella cattolica e quella liberale, quella economica e quella finanziaria. Ora si dovrebbero ravvedere molti che hanno gridato allo scandalo quando nel 2001 il settimanale The Economist è uscito con la copertina dal titolo “Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy“, beccandosi una denuncia dal premier.”
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